Rivolgersi ad un laboratorio di analisi metallografiche può essere utile sia ad un’azienda che ad un privato che vuole sapere cosa si nasconde all’interno di un determinato metallo, soprattutto quando esso viene utilizzato spesso oppure viene a contatto con superfici delicate.
Grazie a questo tipo di test, si potranno scoprire la struttura del metallo, la sua composizione e le proprietà fisiche, chimiche e tecnologiche così da poter anche vedere se all’interno del metallo ci sono impurità o difetti. Per una corretta analisi metallografica ci si avvale di due tipi di microscopi: il microscopio ottico e il microscopio elettronico. Il microscopio ottico permette di ingrandire la superficie fino a 450 X ed entrare nel cuore del metallo.
La prima cosa da fare è lucidare perfettamente il metallo, che avrà dimensioni standard di circa qualche centimetro. Quando si taglia il pezzo di metallo da analizzare, però, può accadere che esso si surriscaldi per lo sfregamento e perda parte delle sue proprietà. È opportuno dunque utilizzare sempre un metallo che sia già della dimensione giusta oppure cercare di tagliarlo con l’ausilio di una sostanza refrigerante. Per quanto riguarda la lucidatura, invece, la superficie del metallo viene levigata attraverso una levigatrice orizzontale, per trasformarla in un piano liscio senza alcuna traccia di rugosità.
Dopo aver lucidato il metallo, si passa dunque all’analisi metallurgica vera e propria che serve anche a capire il tipo di qualità del metallo. Si versa una goccia di reagente chimico, che può essere Nital, Acido Cloridrico, Acqua ragia glicerinata sul metallo e si esamina la sua composizione e il suo grado di purezza. Per esaminare la struttura cristallina del metallo, invece, occorre utilizzare la soluzione anodo-catodo che permetterà di analizzare il cuore del metallo. |